Quando Pietro Ragusa, poco più che adolescente, conobbe la bottega di fabbro e arrotino di Giovanni Bacile, noto artista-artigiano Bisacquinese che lo indirizzerà nell’arte del manipolare e forgiare il ferro e l’acciaio; Rimase subito affascinato dalla sapiente maestria con cui l’uomo creava e affilava oltre a falci, falcetti e roncole, anche gli splendidi coltelli, orgoglio e vanto della tradizione locale, che lo avevano reso celebre.
Questi coltelli di fine manifattura, rappresentano il massimo esempio di azione sinergica tra l’acciaio della lama e il corno del manico e, tra gli arnesi da taglio dell’artigianato siculo, sono di certo i più nobili e artistici, anche in virtù della loro esclusiva impugnatura, forgiata e intarsiata a mano da corna di capra e montone, che gli conferisce identità, robustezza, maneggevolezza e bilanciamento,… senza paragoni.